EUROPA
31 dicembre 2011
L’Atlante del potere è sul web
Come un guanto, è la rete a mappare sempre di più il futuro, a indagarne i confini, ad anticiparne le mosse. Una seconda pelle attraverso la quale leggere gli avvenimenti quando sono ancora allo stato gassoso, aereo, prima ancora che si condensino in un fatto, un movimento, una rivoluzione. È stato così per la primavera araba, il filo rosso più resistente, capace di attraversare il 2011 dalla Tunisia alla Siria, passando per l’Egitto, il Bahrain, lo Yemen, per poi rimbalzare altrove, mutare di segno, ispirare. Come è stato per la storia di Alaa Abd el Fattah, il blogger egiziano arrestato e rilasciato pochi giorni fa, diventato il nuovo portavoce della stagione di cambiamento democratico nata a piazza Tahrir. Per seguire in rete anche per il 2012 la battaglia sua e della moglie Manal Hassan, la loro casa elettronica è www.manalaa.net.
Così come su Twitter non si potrà prescindere dalle cronache di Sultan Sooud al Qassemi(@sultanalqassemi), di Mona Eltahawy, la columnist molestata e picchiata al Cairo e di Dima Khatib (@Dima_Khatib), corrispondente di al Jazeera per il Sud America, tra i tweep più influenti su quanto continua ad accadere tra Medio Oriente e Nord Africa.
Se la grande storia da questa parte dell’Atlantico è stata e proseguirà ad essere, nonostante tutto, questa primavera di libertà, negli Stati Uniti il movimento di Occupy Wall Street non ha perso la sua spinta, e nel 2012 – anno elettorale – eserciterà una influenza molto profonda sulle scelte politiche degli americani. Chi, nel nuovo anno, vorrà continuare a rimanere sintonizzato sul 99 per cento compulserà, certo, l’Assemblea generale di New York City (www.nycga.net) e seguirà le campagne degli attivisti di Adbusters (www.adbusters.org), da Vancouver con furore. Ma l’intera macchina dell’informazione Usa girerà attorno alla corsa per la Casa Bianca: a partire dalle primarie repubblicane, per poi arrivare in autunno alla sfida tra i due candidati. Tutti i colossi dei media sono già in campo, ma i più smaliziati sono curiosi di vedere che combinerà Buzzfeed(www.buzzfeed.com), l’aggregatore “sociale” di notizie che si è affidato a Ben Smith di Politicoper garantire la copertura più veloce che c’è. Basti sapere che, nella sua squadra, Smith ha già inserito l’enfant prodige della video politica, Andrew Kaczynski, le cui ricerche di archivio su ore e ore di filmati dei vari candidati stanno procurando diversi guai nel campo repubblicano.
Nessuno, poi, potrà fare a meno dei numeri masticati da Nate Silver, prima blogger come FiveThirtyEight, ora in forze al New York Times (fivethirtyeight.blogs.nytimes.com) dove le sue previsioni sono attese quotidianamente come un oracolo.
Tornando alla vecchia Europa, i cambiamenti annunciati non saranno meno gravidi di rischi e di opportunità di quelli che soffiano dall’altra parte dell’Atlantico. Metà dell’asse che guida l’Unione, il famigerato Merkozy, affronterà un voto molto complicato. Per la Francia, gigante dai piedi di argilla dal punto di vista economico, e per Bruxelles, dove gli equilibri che si determineranno a Parigi saranno decisivi. Per questo, la corsa sfrenata che porta all’Eliseo (ricordate la tradizione televisiva tutta francese di seguire in moto, telecamera in spalla, la vettura del candidato che ha vinto fino alla sede della presidenza?) si segue su un giornale online impertinente e informato come Rue89 (www.rue89.com). Così come le ricadute tutte europee del voto a Parigi verranno vagliate in Rete e su Twitter da due vecchie volpi della sala stampa come Jean Quatremer diLibération (bruxelles.blogs.liberation.fr) e Arnaud Leparmentier di Le Monde(elysee.blog.lemonde.fr).
Più isolata Londra, ma sempre nevralgica per le scosse e le ripercussioni di una crisi finanziaria che rischia di ingoiarsi l’Europa. Al netto delle tensioni crescenti all’interno della coalizione di governo, il sismografo più preciso per sapere cosa succederà nel 2012 a Downing street e qualichance di recupero abbia il Labour di Ed Miliband è quello di Political Scrapbook(www.politicalscrapbook.net) assieme al bollettino quotidiano di Conservative Home(conservativehome.blogs.com).
Cairo, New York, Washington, Parigi, Londra: passerà non più soltanto, ma anche da qui il mondo che cambia, vertiginoso, l’anno prossimo. Nelle piazze come nei luoghi del potere come nella Rete. Ammesso, poi, che non coincidano, ormai.
Così come su Twitter non si potrà prescindere dalle cronache di Sultan Sooud al Qassemi(@sultanalqassemi), di Mona Eltahawy, la columnist molestata e picchiata al Cairo e di Dima Khatib (@Dima_Khatib), corrispondente di al Jazeera per il Sud America, tra i tweep più influenti su quanto continua ad accadere tra Medio Oriente e Nord Africa.
Se la grande storia da questa parte dell’Atlantico è stata e proseguirà ad essere, nonostante tutto, questa primavera di libertà, negli Stati Uniti il movimento di Occupy Wall Street non ha perso la sua spinta, e nel 2012 – anno elettorale – eserciterà una influenza molto profonda sulle scelte politiche degli americani. Chi, nel nuovo anno, vorrà continuare a rimanere sintonizzato sul 99 per cento compulserà, certo, l’Assemblea generale di New York City (www.nycga.net) e seguirà le campagne degli attivisti di Adbusters (www.adbusters.org), da Vancouver con furore. Ma l’intera macchina dell’informazione Usa girerà attorno alla corsa per la Casa Bianca: a partire dalle primarie repubblicane, per poi arrivare in autunno alla sfida tra i due candidati. Tutti i colossi dei media sono già in campo, ma i più smaliziati sono curiosi di vedere che combinerà Buzzfeed(www.buzzfeed.com), l’aggregatore “sociale” di notizie che si è affidato a Ben Smith di Politicoper garantire la copertura più veloce che c’è. Basti sapere che, nella sua squadra, Smith ha già inserito l’enfant prodige della video politica, Andrew Kaczynski, le cui ricerche di archivio su ore e ore di filmati dei vari candidati stanno procurando diversi guai nel campo repubblicano.
Nessuno, poi, potrà fare a meno dei numeri masticati da Nate Silver, prima blogger come FiveThirtyEight, ora in forze al New York Times (fivethirtyeight.blogs.nytimes.com) dove le sue previsioni sono attese quotidianamente come un oracolo.
Tornando alla vecchia Europa, i cambiamenti annunciati non saranno meno gravidi di rischi e di opportunità di quelli che soffiano dall’altra parte dell’Atlantico. Metà dell’asse che guida l’Unione, il famigerato Merkozy, affronterà un voto molto complicato. Per la Francia, gigante dai piedi di argilla dal punto di vista economico, e per Bruxelles, dove gli equilibri che si determineranno a Parigi saranno decisivi. Per questo, la corsa sfrenata che porta all’Eliseo (ricordate la tradizione televisiva tutta francese di seguire in moto, telecamera in spalla, la vettura del candidato che ha vinto fino alla sede della presidenza?) si segue su un giornale online impertinente e informato come Rue89 (www.rue89.com). Così come le ricadute tutte europee del voto a Parigi verranno vagliate in Rete e su Twitter da due vecchie volpi della sala stampa come Jean Quatremer diLibération (bruxelles.blogs.liberation.fr) e Arnaud Leparmentier di Le Monde(elysee.blog.lemonde.fr).
Più isolata Londra, ma sempre nevralgica per le scosse e le ripercussioni di una crisi finanziaria che rischia di ingoiarsi l’Europa. Al netto delle tensioni crescenti all’interno della coalizione di governo, il sismografo più preciso per sapere cosa succederà nel 2012 a Downing street e qualichance di recupero abbia il Labour di Ed Miliband è quello di Political Scrapbook(www.politicalscrapbook.net) assieme al bollettino quotidiano di Conservative Home(conservativehome.blogs.com).
Cairo, New York, Washington, Parigi, Londra: passerà non più soltanto, ma anche da qui il mondo che cambia, vertiginoso, l’anno prossimo. Nelle piazze come nei luoghi del potere come nella Rete. Ammesso, poi, che non coincidano, ormai.
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